Per rendere ancora più
speciale il "nostro" giorno, abbiamo pensato di creare un logo che ci
rappresenti. La decisione è stata laboriosa e tutto questo non sarebbe mai
stato possibile senza la fantasia e l'ispirazione della nostra designer (ma prima
di tutto amica, oltre che testimone di nozze) di fiducia,GIULIA PISA.
In seguito a diversi
studi, è stato possibile realizzare un logo originale,
personalizzato e soprattuttoUNICO,
che ci auguriamo servirà ad identificarci e, perché no, a distinguerci.
Il
tutto, ci teniamo a specificarlo, è stato realizzato a mano libera e senza
l'ausilio di editor grafici tanto in voga di questi tempi, perché condividiamo
appieno la filosofia della nostra designer, la quale ci ha mostrato come sia
affascinante affidarsi ad un'idea che si trasforma in uno schizzo, in una bozza
ed infine in un lavoro finito e completo.
Per non
prenderci troppo sul serio, però, abbiamo pensato che il logo che più ci
rappresentasse fosse un fumetto e qui di seguito vedrete alcuni
risultati.
Per il
logo definitivo, però, dovrete attendere il 5 settembre.Stay Tuned!
Dolci, ma anche graphic design. Cioccolato, ma anche illustrazione.
Fonderia è una pasticceria unica nel suo genere e nasce da un progetto ideato
dalla mente creativa di Marco Baroni e Camilla Porlezza, un art director e una
copywriter provenienti dal mondo della pubblicità, che coniuga pasticceria e
design. Due elementi questi che hanno reso l’Italia famosa in tutto il
mondo e che ora si “fondono” per creare un concept unico e inaspettato: i
biscotti di Fonderia raccontano storie, i poster sono commestibili e le torte
sono illustrate con motivi originali e inediti.
Alla base di ogni dolce c’è un pensiero creativo, dietro ogni decorazione
un simbolo studiato con attenzione.
Fonderia, inoltre, utilizza solo
prodotti biologici laziali a km 0, uova fresche della cooperativa agricola S.
Bartolomeo di Viterbo e panna fresca Latte Sano.
La scelta, poi, è ricaduta su questa
pasticceria, anche per un discorso affettivo, in quanto la decoratrice è una di
famiglia: Maria Chiara Serges, alla quale va il nostro ringraziamento.
Per il momento non vi sveliamo altro,
ma siamo sicuri che sarà una dolce sorpresa!
L’invito
cartaceo alle nozze è il biglietto da visita di ogni matrimonio, perché
alla sua ricezione gli invitati si faranno una precisa idea dello stile delle
nozze e del tema.
É
fondamentale scegliere con cura il carattere grafico, il colore nonché la
grammatura e le rifiniture quali laccatura dei testi e, last but not least, la
busta.
Per
rendere speciale i nostri inviti ci siamo rivolti alla calligrafa Claudia
Dell'orefice, la quale utilizza da anni la sua abilità per rendere unico ogni
matrimonio.
La
scrittura a mano è un emblema di eleganza e ricercatezza dal sapore antico e
per questo ancor più prezioso.
La tecnica è quella
antica e semplice del pennino intinto nell'inchiostro. La scrittura rappresenta
un mezzo universale di comunicazione, fare calligrafia significa porre
l'attenzione alle regole di bellezza e di armonia.
Per completare il tutto,
gli invitati che riceveranno le partecipazioni per posta, vi troveranno apposti
dei francobolli in edizione limitata che il Ministero dello Sviluppo Economico ha emesso in data 10 aprile 2015 e
che appartengono alla serie tematica "il Patrimonio naturale e paesaggistico"
dedicati al Turismo.
Può accadere nella vita di un uomo che il suo miglior
amico gli si rivolti contro e divenga il suo nemico.
Può accadere che un figlio, o figlia, allevato con
cure amorevoli si riveli un ingrato.
Può accadere che coloro che ci sono più vicini e cari,
ai quali affidiamo la nostra felicità e reputazione, tradiscano la fiducia.
Può accadere che perda il suo denaro, e che se ne voli via forse proprio quando ne ha più bisogno.
Può accadere che la rispettabilità di un uomo sia
distrutta in un attimo da un'azione sconsiderata.
Può accadere che quelli che ci adorano quando abbiamo
successo, siano i primi a criticarci con cattiveria quando su noi c'è l'ombra
del fallimento.
L'unico amico assolutamente altruista che
un uomo può avere in questo mondo egoista, quello che non lo abbandona mai,
quello che non si dimostra ingrato o traditore è il suo cane.
Il cane di un uomo gli sta vicino nella prosperità e
nella povertà, nella salute e nella malattia.
Dormirà sulla terra fredda, anche se soffiano venti
invernali e nevica furiosamente, se solo può stare vicino a fianco del suo
padrone.
Bacerà la sua mano anche se non ha cibo da offrire,
leccherà le ferite e le piaghe che si procura mentre affronta i guai della
vita.
Farà la guardia al sonno del suo padrone povero come
se egli fosse un principe.
Quando tutti gli altri amici lo abbandonano, lui
rimane.
Quando le ricchezze volano via e la
reputazione cade a pezzi, lui rimane costante nel suo amore come il sole nel
suo viaggio attraverso i cieli. Se,
per destino, il mondo emargina il padrone, senza amici e senza un tetto, il
cane fedele non chiede privilegio più grande che stargli vicino per proteggerlo
dal pericolo, di lottare contro i suoi nemici. E quando viene l'ultima di tutte
le scene, e la morte prenderà il padrone nel suo abbraccio e il suo corpo
giacerà nella fredda terra, non importa se tutti gli altri amici proseguono per
la loro strada, vicino alla sua tomba ci sarà il nobile cane, con la testa fra
le zampe, con gli occhi tristi ma in guardia, fedele e leale sino alla morte.
Stefania e Tommaso sono una coppia giovane, alle prese con scelte impegnative.
La prima scelta è quella di sposarsi e di sposarsi in chiesa. Non considerano il sacramento come un valore: le nozze in chiesa sono un gesto per far piacere ai parenti. Alla domanda diretta di don Livio: “Siete credenti?” rispondono onestamente, anche se un po’ imbarazzati: “Credenti… siamo battezzati… un po’ come tutti”.
In loro c’è però un grande desiderio di autenticità: l’impegno che si assumono con il matrimonio non è un gioco. Sono consapevoli di tutta la responsabilità che comporta.
Stefania si esprime con un’immagine poetica: il matrimonio, secondo lei, somiglia a due pattinatori sul ghiaccio: “Certe volte m’incanto a guardare al televisione quando ci sono le gare di pattinaggio artistico sul ghiaccio… e in genere sono coppie. Mi affascinano perché, nonostante siano su quelle lame così instabili, su un terreno scivoloso, mi danno sempre la sensazione di un’intesa perfetta”.
Anche Tommaso ha delle convinzioni precise. Mentre sono in montagna, con gli amici commentano la separazione di una coppia che non era sembrata molto convinta nemmeno il giorno del matrimonio: “Chi li ha costretti a sposarsi? Voglio dire, oggi uno c’ha un sacco di alternative. Può essere single, fidanzato, convivente, coppia aperta, chiusa, semichiusa, sex, bisex, trisex… cioè, che senso ha e che bisogno c’è di sposarsi? […] Sposarsi è un impegno preciso che uno si prende per tutta la vita”. Gli altri lo prendono in giro: “Esagerato!”
“No! Quando uno si prende un impegno, se lo prende e basta. Non è che te lo prendi pensando che, alè, un giorno puoi cambiare idea e non vale più. […] Certo che uno può sbagliare, è un diritto di tutti. Però non può neanche diventare una regola. E soprattutto uno si deve far carico delle conseguenze”.
Anche chi parte deciso e convinto come Stefania e Tommaso, comunque, deve fare i conti con il quotidiano e le scelte che impone. Il primo figlio, Andrea, è accolto con grande gioia e desiderio, ma anche con paura: che cosa sarà di lui? E che sarà di loro, ora che da coppia diventano una famiglia? Andrea assorbe tempo ed energie, mentre loro si sento sempre più esclusi dal giro delle loro amicizie. La generazione precedente sembra non volere o no poter dare aiuto: i genitori di Tommaso rifiutano di andare anche solo per una sera a casa del figlio e della nuora. Christel, la mamma di Stefania, divorziata dal marito, sta bruciando la sua esistenza con l’alcool. Ci vuole una nonna che sappia essere veramente tale e la trovano in Mena, affettuosa, casalinga, piena di buon senso.
Una donna buona e generosa che non tace di fronte alla verità: quando Stefania si riscopre incinta e decide di abortire, Mena va via, addolorata da quella scelta che proprio non riesce a comprendere: “Le nonne dicono quello che pensano: i bambini non si buttano mica via!”. Stefania non sa più come condurre la sua vita: fra le mura di casa si sente soffocare, tornata a lavorare, dopo tanto tempo fuori dal giro, è stata relegata agli ultimi posti. Con il marito si stanno allontanando sempre di più: “La cosa peggiore è che non parliamo più” sussurra sconfortata.
Tommaso, dal canto suo, è messo sotto pressione dal lavoro: dovrebbe essere sempre agguerritissimo e nel suo ambiente non si tollera che qualcuno possa vivere per un interesse diverso dalla carriera. Dopo tanto impegno, Tommy si vede negare la prestigiosa campagna pubblicitaria per un’automobile, visto che: “Adesso che ha famiglia sarà sempre meno disponibile”. Si sente messo da parte e non sa come conciliare gli impegni: “Se mi dedico alla famiglia perdo il lavoro. Se mi dedico al lavoro perdo la famiglia. Che devo fare?”
In maniera eloquente, D’Alatri ripropone la metafora del pattinaggio sul ghiaccio, ma non sono più una coppia che danza con armonia: sono due corridori che s’inseguono, assordati dai pettegolezzi, le malignità, i giudizi, le ironie delle persone che li circondano. Sono in antagonismo, l’uno con l’altra: lei posa per una campagna pubblicitaria concorrente, lui va a letto con un’altra donna.
La società non li aiuta assolutamente: per avere degli sgravi fiscali, l’unico consiglio che il commercialista sa dare a Tommaso è: “Perché non divorzi?”, per finta, solo per far figurare le spese degli alimenti, ma non è di sicuro un invito costruttivo. D’altra parte, anche Stefania si sente suggerire la stessa cosa quando va ad iscrivere Andrea all’asilo nido: se lei fosse divorziata, suo figlio potrebbe entrare nella graduatoria degli aventi diritto.
Per questo, concludendo la sua omelia, don Livio insiste sulla dimensione sociale del matrimonio: “Da soli, come potrebbero farcela? Come potrebbero resistere?”. Certo, l’impegno se lo prendono gli sposi, ma sarebbe diverso se intorno, gli altri, aiutassero la coesione, sostenessero, incoraggiassero, invece di giocare al massacro, quasi dando per scontato che un amore debba finire. “Come si fa a pensare che l’amore possa dissolversi così, scomparire all’improvviso? – chiede don Livio – Io credo invece che l’amore sia rimasto sepolto, soffocato sotto una grande quantità d’interferenze, di intrusioni, di pressioni di ogni genere, che nulla hanno a che vedere con l’amore”.
Senza trascurare l’importanza di un’intimità profonda, che va alimentata costantemente, e che il sacerdote invita a sperimentare fin dal momento del Sì: l’ultima parte del rito la fa vivere agli sposi da soli, come invito a ritornare sempre a quella celebrazione come alla radice fondante. Ed è bello vedere le reazioni degli invitati che aspettano gli sposi fuori dalla chiesetta: riflettono, si guardano, le coppie in difficoltà tornano a cercarsi, quelle in armonia si sfiorano con dolcezza… ciascuno recupera la dimensione dell’intimità e dell’intesa. Un augurio che si riversa su Stefania e Tommaso che escono raggianti sul sagrato.
Negli anni ’80
c’erano le telefonate, alla fine degli anni ’90 gli sms e ora c’è Internet. Ormai le parole valgono più dei
fatti. No, non è un errore ma la regola base che vige su Facebook dove sono sempre più numerose le storie d’amore nate in questa sorta di “agenzia matrimoniale del XXI secolo”.
Ebbene sì, anche la
nostra storia è nata in questo modo, ma il corteggiamento virtuale è durato ben
poco…guardarsi negli occhi ha un fascino senza paragoni.
Comunque se Mark
Zuckerberg ed i suoi compagni di università nel “lontano” 2004 non avessero
dato vita al suddetto servizio di rete sociale, probabilmente oggi noi due non
saremmo qui.
"Il modo migliore per cercare di capire il mondo è vederlo dal maggior numero possibile di angolazioni " Cit. Ari Kiev
Grazie a tutti voi, questo sarà il nostro primo viaggio da Marito e Moglie...i ricordi, le emozioni ed il benessere che ci accompagneranno, si realizzeranno per merito vostro!
Il nostro desiderio è che ognuno di voi possa contribuire ad una piccola parte di questo importante progetto, scegliendo il segmento di viaggio che preferisce e di partecipare come meglio crede...
Itinerario di viaggio Australia (Sydney, Ayers Rock, Kings Canyon, Alice Spring, Darwin, Cairns) e Polinesia Francese (Papeete, Moorea, Bora Bora) - Partenza in data 08.09.2015/Ritorno in data 28.09.2015.
Qui di seguito si avrà l'opportunità di scegliere il contributo che si preferisce e la quota che si desidera, a prescindere dall'ammontare del costo complessivo dei diversi pacchetti:
Pacchetto
Ammontare
1. Volo Roma/Hong Kong
€ 1.000,00
2. Pernottamento di n° 4 notti a Hong Kong presso Hotel Icon
€ 1.500,00
3. Volo Hong Kong/Sydney
€ 500,00
4. Pernottamento di n°3 notti a Sydney presso Shangri-La Hotel
€ 800,00
- Visita in battello con partenza da Sydney Harbour
€ 100,00
- Visita al Power House Museum
€ 100,00
5. Trasferimento con volo ad Alice Spring e
pernottamento
€ 800,00
- Escursione con macchina 4X4
€ 700,00
- Escursione presso il Kings Canyon e
pernottamento di n° 1 notte
€ 300,00
6. Trasferimento con volo a Sydney
€ 600,00
7. Pernottamento di n°1 notte a Sydney presso Shangri-La Hotel
€ 300,00
8. Volo Sydney/
Papeete con scalo Auckland (Nuova Zelanda)
€ 2.000,00
9. Soggiorno a Papeete
con pernottamento di n° 1 notte presso International Resort
€ 400,00
10. Trasferimento e pernottamento InterContinental a Bora Bora & Thalasso spa di n° 8 notti
€ 5.000,00
11. Escursioni Isole della Società
€ 1.000,00
12. Volo Papeete/Roma
€ 1.000,00
Totale
€ 16.000,00
Pagamento da
effettuare a mezzo bonifico bancario:
Banca Popolare dell'Emilia Romagna - BPER Sportello: Roma Succursale T